Il direttore del Malattie infettive del San Martino di Genova, Matteo Bassetti, si è raccontato a tuttotondo tra privato e lavoro.
Sempre in prima linea quando si tratta di informare gli italiani relativamente a questioni legate alla sanità e non solo – vedasi il recente parere sulle polmoniti – Matteo Bassetti, direttore del Malattie infettive del San Martino di Genova, ha parlato in una lunga intervista al Corriere della Sera nella quale ha messo in evidenza anche alcuni dettagli legati alla sua vita privata e al suo rapporto con i pazienti.
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Bassetti: il rapporto con i pazienti e le avances
Il direttore del Malattie infettive del San Martino di Genova, tra i vari passaggi dell’intervista al Corriere, ha sottolineato come, nel corso della sua carriera, abbia avuto dei problemi legati al rapporto con i propri pazienti. “In passato obiettivamente avevo avuto alcuni problemi nel rapporto con i pazienti e i loro parenti”, ha detto Bassetti. E raccontando anche un aneddoto per far capire la situazione: “Muore un anziano, arrivano i familiari. Con loro mi rivolgo utilizzando espressioni molto forbite, da medico. Poi dico: ‘Il cadavere è di là’. Percepii negli occhi di quelle persone un gelo totale”.
Questa situazione, però, è cambiata negli ultimi anni dopo la morte di sua madre: “Ma oggi è diverso. Mamma si ammalò nel 2018: tumore al pancreas. Si aggravò nel pieno della seconda ondata della pandemia. Vederla sola, senza potere avere, negli ultimi momenti della sua vita, la vicinanza della famiglia, fu terrificante. Mi chiedeva continuamente: ‘Quanto vivrò?'”.
Ben diversi alcuni dei passaggi successivi dell’intervista dove Bassetti ha spiegato che la notorietà ha portato vantaggi e svantaggi: “Se mi fanno avances? Tantissime soprattutto dal mondo maschile. I social sono un mondo”, ha raccontato il virologo precisando di essere etero convinto e di essere felice con sua moglie.
Le proposte ricevute, la politica e Berlusconi
Tra le domande ricevute da Bassetti nel corso dell’intervista al Corriere della Sera, anche una relativa al mondo politico: “A 24 anni fondai un club di Forza Italia, ho sempre vissuto nel mito di Berlusconi. Il Cavaliere mi mandò una foto con il mio primo libro in mano“, ha svelato il virologo.
E sulle proposte ricevute: “Se andrei in Parlamento? Mi hanno proposto di tutto, ho sempre rifiutato. Le pare: ho sudato tanto per arrivare dove sono e dovrei mollare tutto per andare a schiacciare un bottone per fare un favore al capo del partito? L’ho detto anche a Crisanti: ma cosa ci vai a fare? Con lui comunque andiamo più d’accordo adesso che quando ci facevano litigare in tv. Era solo un gioco per fare share”.